giovedì 7 luglio 2016

01 La Scienza della Seduzione - Origini e Dinamiche


Attrazione fatale


A un certo punto, a partire da uno sguardo, da un gesto o da un sorriso, un estraneo diventa il centro della nostra vita. Spesso siamo in presenza di un incontro casuale con un estraneo. Ma, anche quando conosciamo già qualcuno e a un certo momento ci sentiamo attratti da lui (o da lei) e iniziamo sedurlo, si ha un salto di status: dallo status di persona soltanto conosciuta allo status di partner.
Desiderio sessuale e seduzione 
Nella ricerca della propria metà gioca un ruolo fondamentale, innanzi tutto, il desiderio di completamento biologico fra uomo e donna. E il desiderio sessuale. E la manifestazione di una funzione complessa, attivata da stimoli interni (endogeni) o ambientali (esogeni) che induce il bisogno di svolgere un comportamento sessuale.
Desiderio sessuale e seduzione si fondano sulla complementarietà, in quanto il partner viene a colmare una mancanza intrinseca legata alla biologia e alla psicologia del proprio genere.
Tuttavia, desiderio sessuale e seduzione sono due realtà distinte. Si può avere il primo senza la seconda: è il caso dell’amore mercenario. Si può avere la seconda senza il primo: è il caso dell’amore platonico. 
Pur essendo distinti, seduzione e desiderio sessuale sono fra loro intrinsecamente interdipendenti. Il seduttore, di norma, trova il partner molto attraente sul piano sessuale e anela al suo possesso fisico e mentale. A sua volta, l’attività sessuale aumenta la forza della seduzione per il piacere condiviso.

Alle origini della seduzione


La seduzione nasce nel momento in cui si pongono le condizioni per selezionare e scegliere il partner.
Secondo la psicologia evoluzionistica, la prima mossa di questa evoluzione tocca alla donna. Nella diade maschio-femmina chi porta i costi riproduttivi più alti ha maggiori pressioni per orientarsi verso un partner piuttosto che verso un altro. Chi si trova di più nella condizione di sopportare il peso della riproduzione ha «il diritto» di essere più selettivo nella sua scelta e di cercare un partner che gli dia maggiori garanzie.
Gli psicologi Smuts e Gubernick offrono un’ipotesi interessante. Nel mercato dei partner la donna aveva l’opportunità di scegliere a livello sessuale un partner che provvedesse anche alla cura della prole. in tal modo essa otteneva il vantaggio di aumentare le probabilità di successo nella sopravvivenza sua e dei figli. Ma perché un uomo avrebbe dovuto accettare una simile situazione? Perché la donna l’avrebbe ricompensato offrendogli la disponibilità di avere con lei rapporti sessuali ripetuti nel tempo. Nello stesso tempo, avrebbe così incrementato in modo sostanziale le opportunità per l’uomo di essere il padre dei figli da lei partoriti.
In questo modo si sarebbe generato uno scambio vantaggioso fra uomo e donna: protezione e cura della prole e della donna (da parte dell’uomo) in cambio della certezza della paternità e della fedeltà (da parte della donna).
L’investimento parentale da parte dell’uomo sarebbe stato la conseguenza dell’evoluzione delle relazioni fra donna e uomo.
Chi viene scelto dalla donna? 
Secondo la psicologia evoluzionistica (e non solo) l’architettura seduttiva di partenza da parte della donna nei confronti del partner maschile segue una doppia strategia. Da una parte, va alla ricerca di un partner dotato di un valido corredo genetico in grado di favorire la nascita di una prole sana che abbia buone probabilità di successo nella vita. Dall’altra, la donna privilegia e si orienta verso un partner maschile che abbia a disposizione un consistente patrimonio di risorse.
Una volta innescato il dispositivo della scelta e della selezione nel processo della seduzione, era inevitabile che esso diventasse reciproco e bidirezionale. Se è vero che la donna sceglie il suo partner maschile, è altrettanto vero che l’uomo preferisce un certo partner femminile. Per la psicologia evoluzionistica tale reciprocità di scelta da parte dell’uomo era sollecitata dall’acquisizione di un beneficio fondamentale per lui.
L’uomo avrebbe scelto una partner femminile fertile e dotata di un buon valore riproduttivo. Per individuare queste caratteristiche l’uomo avrebbe fatto riferimento, anzi tutto, all’età e avrebbe preferito una donna più giovane (li lui. inoltre, avrebbe prestato particolare attenzione a indicatori indiretti della fertilità della partner femminile associati al suo stato di salute e alla bellezza fisica, quali labbra piene, pelle chiara, capelli lucenti e una buona distribuzione del tessuto adiposo nel suo corpo.
Sia l’uomo che la donna hanno io stesso obiettivo, sia pure perseguendo strade diverse. Nasce in tal modo la competizione intrasessuale. È la necessità di mettersi in 1-nostra per farsi scegliere dal potenziale partner. Nella nostra specie tale competizione avviene solitamente a livello psicologico, anche se vi sono casi sporadici di lotta fisica (generalmente fra maschi) per la conquista o la difesa del partner (di norma, una donna).
Limiti della psicologia evoluzionistica 
Oggi la seduzione avviene prevalentemente fra coetanei rispetto a ieri in cui vi era uno scarto notevole di età fra maschi e femmine. Entra in gioco un nuovo fattore per capire la seduzione (almeno quella a lungo termine). Si tratta della condizione di somiglianza in termini di età ma anche di status socio-economico, di istruzione e di sistema di credenze fra i due partner. Al giorno di oggi, la seduzione proietta uno scenario assai più articolato e intrigante di quello suggerito dalla psicologia evoluzionistica. 


Dal maschilismo seduttivo...


In questo periodo si è venuto a creare un modello (li seduzione che la visto l’uomo nel ruolo di «cacciatore» che prende I‘iniziativa e la donna nel ruolo di «preda» da conquistare. Tale modello affonda le sue radici, fra l’altro, nella cultura ebraica, ateniese e romana. La seduzione era considerata, almeno a livello pubblico e secondo gli stereotipi ufficiali, come un «affare maschile». Su questa premessa si fondava e si fonda il cosiddetto maschilismo seduttivo, ossia l’idea secondo cui la seduzione dovesse essere una prerogativa maschile. E in gioco soprattutto la seduzione a breve termine, governata dall’urgenza sessuale, in cui domina l’immediatezza del desiderio.
Il punto di riferimento ideale del maschilismo seduttivo è il Don Giovanni, celebrato nel 1787 la Mozart. Don Giovanni incarna il potere della seduzione allo stato puro, pronto a fare ricorso alle lusinghe, ai sotterfugi, alla menzogna, all’imbroglio e alla cattiveria pur di giungere a conquistare le donne che gli interessano. La seduzione diventa allora un atto di dominio e Don Giovanni è un seduttore senz’anima. 
Nell’immaginazione collettiva, assieme alla figura di Don Giovanni, chi più si è avvicinato all’ideale della seduzione è stato Giacomo Casanova. Egli è molto differente da Don Giovanni. Mentre per Don Giovanni era importante annotare quante donne aveva avuto in una certa località, per Casanova era fondamentale la storia seduttiva con ciascuna delle sue 122 amanti. Non solo ricordava il loro nome ma anche le circostanze, i modi con cui parlava loro, come pure gli stratagemmi con cui riusciva a conquistarle. Inoltre, aveva l’accortezza di uscire di scena con un certo stile, lasciando dietro di sé una scia di nostalgia. 
Don Giovanni e Casanova sono due interpretazioni diverse dei maschilismo seduttivo. Tuttavia, essi hanno un tratto in comune: la concezione della superiorità maschile rispetto a quella femminile.
È facile che questa asimmetria fra i generi maschile e femminile conduca a forme di discriminazione e di violenza sia in ambito domestico sia sul posto di lavoro. Le molestie sessuali in ambiente lavorativo costituiscono una chiara espressione del maschilismo seduttivo. Si tratta di comportamenti diffusi a livello internazionale e nei vari settori lavorativi, prevalentemente rivolti a donne e messi in atto per lo più da uomini. Essi sono più frequenti negli ambienti lavorativi con maggiore presenza di uomini e dove si svolge una professione tipicamente maschile.
Le molestie sessuali vanno dal contatto fisico indesiderato (dal palpeggiamento a una carezza) a invasioni arbitrarie nella vita Privata e nella sfera dell’intimità della donna, a intimidazioni psicologiche attraverso proposte oscene, barzellette sessiste, richieste di appuntamenti, invio di materiale pornografico, apprezzamenti indesiderati, considerazioni indecenti, racconto di storie sessuali ecc. In certe situazioni si può giungere a forme di ricatto con la richiesta di prestazioni sessuali in cambio di agevolazioni nella carriera.


…alla risposta femminista


La belle époque tra fine Ottocento e inizio Novecento segna una svolta anche nella concezione della donna.
In questo clima prende avvio la cosiddetta «rivoluzione sessuale», che condusse a una diversa concezione della donna. La società incomincia ad avere una nuova consapevolezza della donna e del suo ruolo sociale. Sempre di più la donna esce in pubblico e frequenta caffè e teatri. Sempre di più scopre il suo fascino femminile assumendo una posizione più dinamica nel gioco della seduzione con l’uomo. 
Dall’ottocentesco matrimonio d’interesse si passa al matrimonio d’amore. Non sono più i genitori a scegliere la sposa o lo sposo, ma sono i partner stessi a scegliersi in autonomia. L’emancipazione femminile, sostenuta dai primi movimenti femministi, ebbe grande sviluppo nei paesi anglosassoni. Nel 1903 il diritto al voto politico per le donne.
La rivoluzione sessuale ricompare in modo impetuoso con il Sessantotto e la diffusione degli anticoncezionali separano definitivamente il sesso dalla procreazione. Emerge una libertà sessuale fino allora sconosciuta. Il corpo viene messo in primo piano e diventa oggetto di culto.
L’introduzione del divorzio in Italia nel 1970, la modifica del diritto di famiglia nel 1975, la regolazione dell’aborto nel 1978 sono esiti sociali e politici cui il femminismo ha dato un contributo rilevante.
In un contesto di parità fra i generi e di libertà sessuale, la seduzione è diventata reciproca, più dinamica e divertente. La donna non è più soltanto destinataria passiva delle attenzioni maschili, ma è protagonista nel prendere l’iniziativa con gli uomini e nel selezionare in modo attivo il partner maschile.
La seduzione, quindi, non è solo un processo biologico ma è un’esperienza profondamente culturale, influenzata dai modelli mentali di una certa epoca storica.
La convivenza offre certamente maggiore libertà, in numerosi casi implica una maggiore responsabilità da parte dei partner, ma spesso comporta una condizione di maggiore precarietà rispetto al matrimonio tradizionale, in quanto vi è una minore tutela giuridica.
L’eguaglianza fra i generi sarebbe la fine della seduzione. Perché non si seduce chi ci è eguale, ma soltanto chi è diverso. L’equiparazione fra parità ed eguaglianza è stata fonte di confusione. Se a livello psicologico l’uomo fa la donna e se la donna fa l’uomo, non si hanno più distinzioni relazionali.
Un cenno a parte merita la seduzione a lungo termine fra partner appartenenti a culture diverse, considerando le profonde differenze fra loro esistenti. Siamo in presenza del fenomeno della seduzione interculturale. In alta percentuale si giunge a una interruzione del percorso della seduzione e alla rottura dei rapporto fra i partner. Il numero delle coppie miste è quadruplicato negli ultimi anni ma nell’80% dei casi si arriva alla separazione.
Il partner ha una cultura qualitativamente diversa e, quindi, ha una prospettiva di vita incomparabile a quella del seduttore. Per poter superare difficoltà e ostacoli, occorre passare da una mente monoculturale a una mente multi-culturale. Essi devono diventare in grado di conoscere e condividere, nello stesso tempo, i modelli della propria cultura e quelli della cultura del partner.


La seduzione via internet


Oggi per la seduzione si aprono nuove frontiere con internet e con i new media. Entra in gioco la seduzione via internet, ossia la possibilità di identificare, attrarre e conquistare un partner in modo virtuale.
Fra gli utenti di internet, gli adolescenti e i giovani frequentano maggiormente i siti virtuali di incontro e di appuntamento e conoscono meglio degli adulti i meccanismi e la complessità dei percorsi resi possibili dallo spazio cibernetico a scopi seduttivi. In particolare, i ragazzi e le ragazze che hanno problemi in famiglia e che comunicano di meno con i genitori sono quelli che ricercano con più insistenza relazioni intime online.
Attraverso uno di questi siti due sconosciuti possono mettersi in contatto e attuare un percorso di avvicinamento reciproco nel mondo virtuale simile a quello che potrebbe avere luogo nel mondo reale. 
Lo spazio virtuale, tuttavia, offre alla seduzione possibilità che lo spazio fisico non concede. In particolare, si può giocare con la propria identità, mantenendo una condizione di anonimato, assumendo un nome di fantasia (nickname). Nello spazio virtuale vi sono quindi maggiori opportunità per mentire, per esempio, modificando il livello della propria attrazione fisica o della propria posizione sociale, nascondendo la propria identità o cambiando il proprio genere.
Nello spazio virtuale i seduttori dimostrano una disponibilità a parlare di se stessi e a raccontare aspetti della propria vita privata al potenziale partner in modo assai superiore e più rapido rispetto a quanto si può osservare nelle situazioni reali.
Sono sempre più numerose le persone che, partendo da una conoscenza a distanza via internet, hanno poi proseguito la loro avventura seduttiva nella vita reale. In tal modo si crea un intreccio fra mondo virtuale e mondo reale che moltiplica le opportunità di seduzione.

(di Anna Bosetti documento completo visualizzabile a questo link)


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